“Perdonare significa liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu” – Lewis B. Smedes
Forse qualcuno ti ha ferito profondamente. Una parte di te non riesce ad andare avanti, rivive la ferita ogni giorno, non può perdonare. Eppure, un’altra parte di te vuole perdonare, sente di averne bisogno.
Ti senti mai così? Se la risposta è sì, non c’è nulla di sbagliato in te. È normale. Il perdono non è mai un processo rapido, e spesso non parte nemmeno dal tentativo di perdonare.
Continua a leggere per scoprire 3 passi semplici ma profondi per perdonare, senza tradire il tuo dolore e il tuo senso di giustizia.

Vuoi vivere con più leggerezza?
Inizia la tua giornata con un pensiero positivo e guarda l’effetto che ha sull’intera giornata.
Per aiutarti abbiamo scritto un eBook, “Pillole di Positività”, un percorso di 30 riflessioni per calmare la mente e iniziare con serenità.
Perdonare: Cosa Non Significa
Perdonare non significa dimenticare il dolore. Spesso crediamo che perdonare significhi condonare chi ci ha ferito o dimenticare il danno subito. Ma questo crea solo un conflitto interno, una lotta tra il desiderio di guarire e il rifiuto di tradire il nostro dolore.
Perdonare non significa cancellare ciò che è accaduto. Non è far finta che vada tutto bene. Il perdono è un percorso verso la pace interiore, verso la guarigione profonda. Quando cerchi di affrettare il perdono, stai solo tentando di saltare un passaggio fondamentale: affrontare il dolore. Immagina di esserti storto una caviglia ma, invece di curarla, la fasci con una benda e riprendi a camminare. Quanto pensi possa curarsi, senza darle il tempo di guarire?
“Perdona gli altri, non perché meritano il perdono, ma perché tu meriti la pace” – Buddha

Il Rischio della Positività Tossica

“Lascia andare il passato”, “dimentica chi ti ha ferito”, “pensa positivo”, “perdona”. Sono frasi che hanno una parte di verità, ma se usate nel contesto sbagliato non fanno altro che invalidare il nostro dolore e farci sentire incompresi.
Forse hai sentito parlare del concetto di positività tossica. Succede quando usiamo una positività posticcia per silenziare le nostre emozioni più autentiche. Ci diciamo che dovremmo essere “oltre” il dolore, che dovremmo essere in grado di perdonare, di andare avanti. Ma in realtà, stiamo semplicemente coprendo una ferita profonda senza permettere a noi stessi di sentirla davvero. Così facendo, abbandoniamo una parte di noi che ha disperatamente bisogno di essere vista e ascoltata.
Il perdono è un processo su cui c’è ancora molta confusione. Forzarsi a cambiare le proprie emozioni riguardo a ciò che ci ha ferito ingigantisce il dolore, facendolo rispuntare in altra forma. Il perdono diventa un atto autentico e profondo solo quando scaturisce da un nuovo modo di guardare se stessi e gli altri. Un perdono autentico non può realizzarsi prima di aver affrontato con genuinità il nostro risentimento. Vediamo allora innanzitutto perché non perdoniamo.
Perché Non Perdoniamo
Un tradimento in amore o amicizia, una mancanza di rispetto al lavoro, un insulto subito. Il dolore che proviamo è come una ferita aperta che continua a pulsare. Ci sentiamo vulnerabili, come se fossimo stati privati di qualcosa di prezioso: la nostra dignità, il nostro valore.
La sofferenza si ripete incessantemente nella nostra mente, a volte trasformandosi in un’ossessione che ci corrode. Nasce il desiderio di vendetta, di far provare a chi ci ha fatto tutto questo quello stesso tormento, di fargliela pagare. Ci è impossibile sopportare che siano felici o soddisfatti, perché sembra ingiusto che possano vivere sereni mentre noi rimaniamo intrappolati in questo dolore. Come si può perdonare chi ci ha fatto sentire così?
Quando siamo feriti, è naturale provare un profondo senso di ingiustizia: come può una vittima perdonare il suo carnefice? Perdonare sembra quasi un tradimento verso noi stessi, un’ulteriore ingiustizia. Non possiamo perdonare perché ci sembra che significhi cancellare il torto subito.
Perché Perdonare
E allora perché perdonare? Perdonare ci permette di liberarci dal peso del rancore e del dolore, che possono intrappolarci e influenzare negativamente la nostra vita. Quando perdoniamo, lo facciamo per noi stessi, non per gli altri. Quando perdoniamo ascoltiamo finalmente quella parte di noi che ci chiede pace. Quella parte di noi che vuole tornare a gioire, nonostante i dolori vissuti. Il perdono ci aiuta a ritrovare la serenità, a migliorare la nostra vita.
È importante ricordare che chi ci ha ferito deve essere chiamato a rispondere delle sue azioni; nessuna azione sbagliata deve essere ignorata o giustificata. Tuttavia, perdonare non significa condonare o minimizzare ciò che è accaduto. Possiamo pretendere giustizia senza restare prigionieri del risentimento. Il perdono è un atto personale che riguarda il nostro benessere emotivo: significa liberarci dal peso del rancore e smettere di rivivere costantemente il dolore.
Come Perdonare
Questa liberazione può essere facilitata con un semplice esercizio di consapevolezza. Quando riflettiamo su quelle volte in cui, magari inconsapevolmente, siamo stati noi a ferire qualcuno. Non per sminuire il torto subito, ma per riconoscere che, a volte, anche noi siamo capaci di errori e chiediamo di essere perdonati. Questa introspezione non cancella le responsabilità altrui, ma può aiutarci a guardare ai comportamenti umani con più consapevolezza, riconoscendo che il male fatto agli altri nasce spesso da una profonda mancanza o infelicità.
Il perdono è una presa di potere su ciò che possiamo controllare: i nostri pensieri, le nostre emozioni, la nostra risposta al dolore. Non significa giustificare chi ci ha ferito. Significa scegliere di liberarsi del rancore per ritrovare il proprio benessere. Mettere se stessi al primo posto. Non lasciarsi definire dal dolore che gli altri ci hanno causato. Improvvisamente, chi ci ha ferito non è più un mostro che deve pagare. Ma una persona che ha sbagliato. Una persona che, sì, deve rispondere dei propri errori, ma una persona il cui destino non è più rilevante per la nostra felicità.
3 Passi per Perdonare e Guarire
1. Accetta il tuo dolore
Il primo passo è smettere di lottare contro il dolore. È naturale volerlo evitare, ma in realtà è la resistenza che amplifica la sofferenza. Invece, prova ad ascoltare quella parte di te che sta soffrendo: cosa ti sta dicendo? Magari è arrabbiata perché si sente abbandonata. O forse si sente colpevole, come se meritasse il dolore.
Datti il permesso di stare in quel luogo doloroso senza cercare subito di uscirne. Questo non significa rimanere bloccati. Quando inizi a validare i tuoi sentimenti, senza giudizio, inizia la guarigione.

2. Scopri cosa c’è sotto la rabbia e il rancore
Rabbia e rancore sono emozioni potenti. Sono come un muro che costruiamo per proteggerci, per assicurarci che nessuno ci ferisca mai più. E spesso, teniamo stretti questi sentimenti come fossero scudi. Ma, paradossalmente, quel muro non fa che rinchiuderci in una prigione.
Chiediti: cosa stai proteggendo con la tua rabbia? Cosa hai paura di perdere se lasci andare il rancore? Spesso, dietro la rabbia si nasconde una profonda vulnerabilità: la paura di essere nuovamente feriti, di non ricevere mai la giustizia che meritiamo.
Accogliere queste paure e vulnerabilità è parte integrante della guarigione. Non si tratta di far finta che tutto vada bene, ma di onorare ciò che senti, permettendo a quelle parti di te di essere viste e guarite.

3. Individua il desiderio nascosto
A volte non riusciamo a perdonare perché non vogliamo rinunciare a un desiderio nascosto.
Quando gli altri ci hanno ferito, spesso non riusciamo a perdonarli perché abbiamo un desiderio di giustizia a cui non riusciamo a rinunciare.
I desideri nascosti dietro alla nostra difficoltà di perdonare sono legittimi e positivi. Focalizzati su di essi. Persegui giustizia senza rancore. Quando avrai riconosciuto il tuo desiderio nascosto, riuscirai a perseguirlo apertamente senza bisogno di rimanere aggrappati al risentimento.

Perdonare ti libera
Non c’è una strada unica per il perdono, né un tempo prestabilito. Ma una cosa è certa: il perdono autentico non può essere forzato. È il risultato di un processo di guarigione, di accettazione e di amore per se stessi.
Il perdono, alla fine, non è mai un atto isolato. È la pace che troviamo dentro di noi quando smettiamo di lottare contro ciò che è stato e abbracciamo ciò che siamo oggi.
Per sostenerti in questo viaggio delicato, ho creato un percorso di 10 meditazioni guidate progressive con una pratica guidata sul perdono. È la più potente che abbia mai registrato, e ti aiuterà a sciogliere il conflitto interiore e ritrovare un po’ di pace:
Molto bello e ti colpisce dentro